“Ero a conoscenza dei ragazzi di strada a Bogotà. Voglio dire, è una cosa difficile da ignorare, ma ero particolarmente in sintonia con essi. Ma mi sentivo a disagio nel fotografare questi bambini. Così ho fotografato i cani. Con queste parole Alec Sothspiega il suo libro: Dog Days Bogotá. Dopo aver completato il lavoro per il suo primo libro di fotografie (Sleeping by the Mississippi, 2002) il fotografo americano andò con la moglie a Bogotá in Colombia per adottare una bambina. La Madre naturale di Carmen, questo il nome della piccola, diede ai nuovi genitori un libro pieno di lettere e immagini con scritto “spero che la durezza del mondo non ferisca i tuoi sentimenti”.
La genesi di Dog Days Bogotà
La genesi di Dog Days Bogotá è quindi il desiderio di Alec Soth di costruire un libro di immagini per Carmen, per dirle qualcosa della sua città natale. Ha immaginato una collezione di storie che va a completare il libro di lettere, fotografie, poesie dato a lei dalla sua vera madre. Il risultato è più di quattro dozzine di foto, in formato quadrato stampate con inchiostro pigmentato.
Le immagini sono quadri che mostrano un approccio diverso da quello che siamo abituati a vedere nelle fotografie di Soth. Il formato quadrato è un unicum nella sua produzione , sottolineando ancora di più la natura personale di questi scatti. I colori delicati invitano ad una contemplazione silenziosa di ogni immagine. I soggetti sono oggetti abbandonati,vedute di interni, strade desolate, vicoli vissuti da cani, polli e conigli. Le fotografie sono una ricerca costante e intima che indagano il concetto di amore e conflittualità e aspirano a possedere quello spazio emotivo e profondo che si crea tra le persone. Dog Days Bogotá è la dichiarazione di amore e lapromessa ad una bambina di un amore incondizionato.
Le fotografie non sono mai urlate ma una semplice narrazione senza fronzoli che descrive il modo di vita di una città che non sarà più sua. Un voltarsi indietro l’ultima volta che riempie lo sguardo di bellezza e inquietudine .
Gli interni logori, i ritratti solenni, le strade vuote, le ampie vedute e, sì, i cani, quasi sempre presenti che languono sotto un cielo grigio e lattiginoso. Egli scrive: “Nel fotografare Bogotà, spero di aver descritto alcune delle bellezze di questo luogo difficile. “
La struttura
La struttura del progetto è liberamente ispirato all’idea di un pellegrinaggio. Molti delle immagini del libro sono state scattate su Cerro de Monserrate, una montagna che domina la città. “La domenica, migliaia di pellegrini salgono sul monte, e anche io volevo ringraziare Dio. Alla fine del libro ho cercato di comunicare la sensazione di una salita e gratitudine spirituale “.
Quanto più si osservano queste fotografie tanto più penetrante e dettagliato risulta lo sguardo di Soth. Si tratta del metodico ritratto composito di un luogo, uno studio in cui si ritrova gran parte del genius loci della città, uno spirito del luogo non manipolato, anche se poco sembra essere lasciato al caso. I ritratti umani sono sobri tanto che sembrano a malapena a respirare. Eppure in questo luogo surreale ecco il coup de théâtre. Un grande, variegato e piumato pollo campeggia su una poltrona color ruggine in mezzo ad un campo ondulato di erba verde, un dipinto di uncane, appeso su una colonna, è illuminato da una lampadina nuda, come se si trattasse di Gesù, un cagnolino in bilico di fronte a un muro di pietra è così austero che sembra l’erede del bastardino celebrato da Irving Penn.
Dog Days Bogotá non segue così una narrazione lineare, le sequenze di immagini spiccano ad intermittenza, come piccoli capitoli di un romanzo più complesso. Un romanzo che non è tanto il quaderno di viaggio descrittivo della città di nascita di sua figlia, ma più la costruzione personale di un luogo, un diario intimo filosofico, specchio delle emozioni contrastanti dell’esperienza fatte dall’uomo prima che dall’artista.
https://goo.gl/photos/DiDQbvBPQ5m6oqq49
Published 10/01/2013 on 2Photo
