Ansel Adams | La Natura è il mio regno

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4 min readSep 16, 2011

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Ansel Adams

Ansel Adams è certamente uno dei grandi maestri della fotografia che hanno fatto la storia di quest’arte. Le sue immagini sono l’emblema di un’epoca e la sintesi della purezza formale e tecnica a cui guardano tutti coloro che si avvicinano alla fotografia.

La prima importante rivalutazione critica dell’ arte di Ansel Adams avvenuta dalla sua morte nel 1984 è stata la retrospettiva proposta dal Moma di San Francisco nel 2001 per commemorare uno dei più grandi fotografi del novecento. La mostra proponeva un nuovo sguardo estetico sull’opera del fotografo evidenziandone l’influenza nel campo del naturalismo e del progresso fotografico.

Nato a San Francisco, Ansel Adams cominciò fin dal 1916 a scattare fotografie nel grande parco dello Yosemiti nel quale per un’intera vita si arrampicò con la sua pesante macchina per catturarne lo “spirito del luogo”. La sua decisione di dedicare la sua vita alla fotografia è dovuta inoltre alla forte reazione che ebbe nei confronti della fotografia straight e di Paul Strand in particolare che di questa corrente era il più autrovole esponente.

Paul Strand

Negli anni trenta insieme a Edward Weston e Imogen Cunningham, fondò il gruppo f/64.

Edward Weston

Per Adams e Weston, la filosofia del gruppo f/64 doveva tendere ad un approccio perfetto nella realizzazione della visione fotografica attraverso una perfetta tecnica di stampa. Ma malgrado le regole ferree che il gruppo si propose, Ansel Adams non rinuciò mai a sperimentare nuove tecniche e ad avere una visione della fotografia tutta personale che fa di lui uno dei personaggi più influenti dell’arte contemporanea.

Imogen Cunningham

Nei suoi scatti c’è il senso di un mondo unico e senza tempo, il punto di vista del paesaggio che trasforma luoghi ordinari o anche straordinari in immagini preziose la cui scena viene trasfigurata per far apparire nella sua semplicità solo lo spirito del luogo.

Nel lavoro di Ansel Adams, la sua idea del genius loci si realizza attraverso un uso attento e consapevole della tecnologia. E’ il primo fotografo veramente moderno nell’accezione di coniugare invenzione e tecnica in modo da tendere a un benessere economico e spirituale. Le sue fotografie vogliono riaffermare il predominio dei grandi spazi nella coscienza americana.

Ansel Adams

Adams fotografa l’ovvio senza cercare significati altri e senza fare denunce sociali sullo sfruttamento e la distruzione del paesaggio. Le sue fotografie vogliono soltanto mostrare un paesaggio ideale immenso che diventi l’archetipo del paesaggio occidentale. L’idea di paesaggio diventa così più importante del paesaggio stesso, e la stampa più importante del soggetto, poichè soltanto nella perfezione della stampa che la perfezione del mondo può essere controllata e idealizzata.

Per Adams ogni stampa è una nuova esperienza che richiede una cura speciale in modo da far emergere il significato essenziale di ciò che si è fotografato. Nel suo sistema zonale il fotografo ha pieno controllo di quello che l’occhio attraverso la macchina ha registrato, durante la stampa il caos degli oggetti e dello spazio trovano un punto di euilibrio, così come le varie tonalità di grigio diventano la tavolozza di un pittore con la quale dipingere il mondo.

Ansel Adams

Questo formalismo così accentuato ha come fondamento che la tecnologia sia l’unica forza che può salvare il mondo, così, la sua ossessione per il controllo tecnologico, lo ha portato ad una standardizzazione dei processi produttivi in cui sembra che l’invenzione sia soltanto un qualcosa di superfluo che nulla aggiunge alla perfezione formale di una foto.

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