Don Hong-Oai, il flusso della vita che si imprime sulla pellicola.

2photo
2Photo
Published in
6 min readSep 16, 2014

--

Per parlare di Don Hong-Oai bisognerebbe essere profondi conoscitori della pittura cinese (cosa che ovviamente io non sono). Il suo stile fotografico particolarissimo prende infatti le mosse da quello che viene definito “pittorialismo asiatico” di cui Hong-Oai è l’ultimo e il più grande esponente.

Il “pittorialismo fotografico” è un movimento estetico che nasce e si sviluppa in Europa tra la fine dell’ ‘800 e l’inizio del ‘900. Nasce dalla necessità per la fotografia di affermarsi come arte e non come semplice “riproduzione” della realtà, critica che le veniva mossa dagli ambienti tradizionali delle arti figurative. Per raggiungere questo scopo ilfotografo/artista interviene su negativo e stampa con varie tecniche (calotipia, gomma bicromata, bromolio, stampa combinata, soft-focus, ecc.) per ottenere un risultato che sia una sua “creazione”.

Queste tecniche di composizione fotografica vengono riprese negli anni ’40 da fotografi cinesi (la corrente nasce probabilmente ad Hong Kong) tra cui il maestro di Don Hong-Oai, il mitico Long Chin-San che perfeziona il metodo della sovrapposizione dei negativi.
Il pittorialismo si adatta particolarmente bene alla visione orientale delle arti figurative dove non si ricercano effetti mimetici o realistici ma piuttosto una interpretazione della realtà e dei rapporti tra le cose.

don-hong-oai

L’atto del dipingere un paesaggio non avviene mai in plain air, esso è il frutto di un’immagine mentale, di una riflessione ed elaborazione dell’artista che dopo aver viaggiato e meditato nella natura si ritira nel suo studio per fisarne l’essenza con pennello ed inchiostro che sono strumenti dell’anima (“la pittura obbedisce all’inchiostro, l’inchiostro al pennello, il pennello alla mano, la mano al cuore del pittore” Shi Tao 1642–1718).

Il fotografo, quindi, come il pittore/filosofo, dopo aver raccolto immagini si chiude nella camera oscura e si appresta a comporle in scene idealizzate.

Don Hong-Oai, infatti, fa spesso uso di tre negativi (sfondo, primo piano, soggetto) ogni parte della fotografia esiste nel mondo reale, ma la composizione esiste solo nella mente dell’artista. Le immagini che crea in questo modo sono altamente poetiche, la stilizzazione produce forme e geometrie astratte e le figure sono sospese in uno spazio quasi atemporale, emergono, si manifestano.

don-hong-oai

La figura umana, in particolare, non è mai riconoscibile. I soggetti sono ridotti a silhouettes senza volto che partecipano in maniera organica alla composizione anche grazie a forme geometriche a cui sono accostate (capelli triangolari, cerchi di legno, barche lunghe e strette o attrezzi da lavoro di varie forme). Questo ritmo rappresenta la struttura ritmica delle cose, la relazione dei contrari (yin/yang).

Come il tratto di pennello della pittura orientale, categoria cognitiva che non copia la realtà ma ne crea una che funziona in modo analogo, così la tecnica di manipolazione fotografica diventa un principio produttivo per l’interpretazione (e non riproduzione) della realtà. L’immaginario di Don Hong-Oai punta ad esprimere l’assoluto, l’essenza delle cose, i rapporti che le regolano e la bellezza che è la manifestazione dell’universale nel quotidiano.

don-hong-oai

Un altro elemento che accosta la fotografia di Don all’antica pittura cinese è lapresenza di brani calligrafici (di cui, purtroppo, non ho trovato nessuna traduzione). “… molti pittori che erano anche letterati presero il vezzo di scrivere brani calligrafici sui loro dipinti. L’ideale perseguito da questi artisti era: “poetare dipingendo e dipingere poetando”. Gli scritti sui dipinti sono poesie, brani dell’artista, brani tratti da classici o semplici riflessioni dell’artista. Una cosa è certa, il dipinto e il brano calligrafico non sono due realtà separate o sovrapposte, ma fanno parte di un’opera unica, si completano a vicenda. L’uno rende più comprensibile l’altro. Spesso il brano calligrafico è l’anima del dipinto, dà la chiave di lettura dell’opera artistica, rivelando i sentimenti, le sensazioni, le idee dell’autore.” (http://www.viaggicina.info/arte_cinese-2442-425.htm)

La biografia di Don Hong-Oai è pittoresca quanto le sue foto:

Don Hong Oai nacque nel 1929 nella città di Guangzhou nella provincia del Guangdong in Cina. Siccome era il più giovane di 24 fra fratelli e fratellastri, dopo la morte dei suoi genitori, Don fu mandato a vivere in una comunità cinese a Saigon, Vietnam.
All’età di 7 anni iniziò l’apprendistato presso uno studio di ritrattisti
dove imparò le basi della fotografia. Rimase presso lo studio per una decina di anni e fece numerosi lavoretti. Sebbene fosse terribilmente povero, riuscì a mettere da parte 48 dollari per comprare la prima macchina fotografica.
Nel 1950, all’età di 21 anni, cominciò a studiare presso la Nationak Art University in Vietnam.
Rimase in Vietnam durante la Guerra ma nel 1979 una sanguinosa guerra di confine tra la Repubblica Socialista del Vietnam e la Repubblica Popolare Cinese portò il governo vietnamita a rappresaglie repressive nei confronti dell’etnia cinese che viveva nel paese.
A causa di questo, Don divenne uno dei milioni di “ Boat People” che riuscì a fuggire negli Stati Uniti alla fine degli anni 70.
All’età di 50 anni, senza parlare inglese e non conoscendo nessuno che viveva negli Stati Uniti, Don arrivò a San Francisco. Visse all’interno della comunità cinese a Chinatown dove poté creare una piccola camera oscura per sviluppare
le sue fotografie.
Vendendo copie delle sue fotografie, Don riuscì a mettere da parte abbastanza danaro per tornare periodicamente in Cina per scattarne di nuove e studiare con il gran maestro LONG CHIN-San a Taiwan.
I lavori di Don cominciarono ad attirare l’attenzione dei critici nel 1990. Non doveva più vendere le sue immagini fotografiche nelle strade e nelle fiere; egli era adesso rappresentato da un agente e i suoi lavori venivano venduti nelle gallerie d’arte di tutti gli Stati Uniti, Europa e Asia.
I suoi lavori furono ricercati con capillarità da privati, collezionisti e musei di tutto il mondo. Morì a San Francisco nel 2004. …

don-hong-oai

Vi è una sorta di ritmo poetico e giustizia nel corso della vita e della carriera di Don Hong-Oai . Costretto a lasciare la Cina da una tragedia … la morte dei suoi genitori, cresce più vietnamita che cinese, ma deve lasciare il Vietnam a causa della sua etnia. Negli Stati Uniti è in grado di sopravvivere proprio grazie a questa etnia … accolto e nutrito dalla comunità cinese-americana.
Comincia a concentrare il suo lavoro sulle sue radici cinesi e viene preso sotto l’ala di un maestro che aveva raggiunto un’età meravigliosa [Long Chin-San muore nel 1981 a 104 anni]. Questo maestro gli insegna una vecchia tecnica fotografica basata su antichi principi cinesi. E mediante l’applicazione di tali tecniche, Don raggiunge un livello di successo che non aveva immaginato possibile.

La vita di Don Hong-Oai sembra più leggenda che realtà. E’ appropriato, credo, per un fotografo il cui lavoro sembra affondare le sue radici tanto nel mito e nella tradizione quanto nel mondo reale.
(http://www.utata.org/sundaysalon/don-hong-oai/)

don-hong-oai

Queste ultime parole mi sembrano un’ottima conclusione per un autore come Don Hong-Oai .

In effetti le fotografie di Don hanno una qualità talmente particolare che mi fanno pensare alla magia, ad un mondo di confine tra realtà ed immaginazione, ad un universo parallelo più bello ed aggraziato, più ordinato e giusto. Credo che l’occhio occidentale difficilmente vi possa cogliere i delicati e complessi riferimenti alla tradizione pittorica cinese, quello che resta, invece, è l’incredibile poesia, armonia e profondità di queste immagini.

Published on 2photo 26 september 2012

https://twitter.com/2photo/status/511821910468861952

--

--

http://t.co/nOSqNrqin4 is a photography web magazine that features critical assay about great photographers, upcoming artists, exhibitions