“In The Valley, I wasn’t interested in pornography as a phenomenon, but in how it uses domesticity as a narrative. The sex industry can be such a tired, worn out subject but when it’s imported into kitchens and dining rooms of a middle class suburban home something new opens up. At least for me it did.”
- LS
Larry Sultan, compianto artista americano, morto nel 2009, è uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea. Il suo tratto distintivo è l’ambivalenza che ha caratterizzato tutti i suoi lavori, raccontare l’apparenza per capire come la realtà si mostra, come vorremmo che fosse ma anche come non sarà mai.
Il suo libro più famoso e The Valley, un reportage sul mondo a luci rosse degli States in cui attricette di terz’ordine cercano di sbarcare il lunario. Come lo stesso Sultan scrive nella prefazione:
“Essere sul set di un film è un po ‘come quei giorni di estate infinita di scuola superiore: fuori, in attesa che accada qualcosa, sgranocchiando uno snack, anche quando non hai fame”.
Le immagini di The Valley, sono state realizzate nella San Fernando Valley, luogo di culto del cinema hardcore, sono tutte di grande formato, con colori saturi, in cui sono fotografati per lo più i luoghi della pornografia, ville hollywoodiane affittate da compiacenti proprietari alle case di produzione.
Le fotografie di Larry Sultan non mostrano mai sesso esplicito ma cercano di indagare quel che c’è dietro l’industria pornografica, i caratteri delle persone che si muovono in questo mondo, ma anche gli oggetti che lo compongono, gli arredi, le foto di famiglia, i quadri alle pareti, i soprammobili che rimandano alle vite “normali” di chi abita i “luoghi del peccato”.
Le fotografie sono una ricerca sociologica e piscologica di un mondo nel quale le case vengono personalizzate secondo clichè ben precisi come mobili in mogano, tavoli in marmo e altre caratteristiche che gli danno l’aspetto di una casa dell’alta borghesia, di una vita agiata, della ricchezza e del buon gusto. Larry però non si linita all’apparenza del set ma scruta gli angoli più nascosti degli spazi, scoprendo così, gli oggetti personali che i proprietari si sono lasciati dietro, appunti con numeri di telefono, liste della spesa e le “cose da fare” attaccate al frigorifero.
Una vita reale che si mescola e si confonde con quella del set dove le fotografie rassicuranti della famiglia felice nelle cornici in soggiorno fanno il paio con i preparativi incessanti delle scene hard sul divano proprio di fronte alla tv al plasma.
Ma alla fine di tutto, dopo aver girato, le attrici, i cameramen il regista proprio su quel divano si siedono stanchi pronti a guardare i loro programmi preferiti, prima di chiudere le loro valigie con biancheria intima osè e tacchi alti e baciare sulle guance i loro compagni di lavoro che nel corso della giornata sono stati amanti focosi.
Esauste ora guidano attraverso la valle e tornano, dopo una giornata di duro lavoro, nei loro anonimi appartamenti.
