Olivo Barbieri | L’architettura dell’evento

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2 min readDec 24, 2008

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Frank O’ Gehry accettò l’incarico di progettare il Festival posto nel centro geometrico dell’immenso territorio di EuroDisney a Parigi nel 1987, in virtù di questa posizione centrale , il Festival Disney svolge un ruolo privilegiato fra i diversi settori del parco che si raccolgono intorno ad esso, ruolo privilegiato dovuto anche al carattere temporale che acquisisce all’interno del mondo Disney ponendosi come luogo deputato per le attività del dopo parco.

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Le fotografie di Olivo Barbieri esaltano i valori di “instabilità” tipici dell’architettura di Gehry, facendo risaltare la costruzione contrassegnata da un carattere di provvisorietà e temporaneità. Le immagini intrise di un sostrato Pop, si muovono in quella zona di confronto fra segno e edificio su cui è giocata l’identità del complesso e la fotografia di Barbieri.

Con le sue vedute Olivo Barbieri esplicita la differenza che esiste tra la superficie della fotografia e i volumi dell’architettura con lo scopo di sfuggire all’opposizione tra realtà e finzione tentando di fare agire il tempo come dinamica dello spazio. Attraverso le sue fotografie si sviluppa un’architettura dell’evento che scompare con lo spegnimento delle insegne dei bar o dei cartelloni pubblicitari, e i colori come nelle grandi tele di James Rosenquist sono dominanti e consacrano l’architettura di Gehry come architettura degli stereotipi e della merce.

I feticci consumistici che inondano EuroDisney tentano di sopraffare la costruzione e Olivo Barbieri esalta l’oblio dell’edificio a vantaggio dello spettacolo scintillante che si compie ogni giorno nel parco. L’architettura nelle immagini si confonde tra il rumore della folla e diventa durante il giorno pressoché invisibile, mentre di notte è lo sfondo onirico di un mondo fatto di insegne, parodia della società dei lustrini e dell’effimero. Le fotografie sono un assemblaggio continuo di neon e colori sgargianti e rispecchiano quell’idea di “moderno storicizzante” che l’architettura di Gehry, insieme ad un’inclinazione per tutto ciò che è transitorio, emana.

Le immagini di Barbieri fissano en passant ciò che non può rimanere fermo, e lasciano trasparire quella “poetica dell’enumerazione e dell’eterogeneo che informa l’opera di Frank O Gehry, non meno di quella di John Cage o di Jasper Johns” . le opere di Gehry creano stimolanti legami con le sculture di Claes Oldenburg, e gli spettacoli di Robert Wilson e Laurie Anderson, ma lo stesso si può dire per queste fotografie di Olivo Barbieri le quali affermano con la stessa forza di uno spettacolo teatrale, la potenza dell’immaginazione e del caso.

Tropolism

Architettura Dinamica

[singlepic id=901 w=400 h=295] © Olivo Barbieri | Site Specific

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